La volontà generale

11 novembre 2010, terzo giovedì, La Volontà Generale
Preceduta dalla circolazione di una concisa raccolta digitale di frammenti tratti dal Contratto Sociale di
J.J. Rousseau, la seduta, dopo aver riepilogato le questioni che sono state aperte, si rivolge all’esame
del concetto trainante di una delle principali e più feconde utopie prodotte dalla filosofia occidentale,
in particolare nei suoi risvolti, per molti versi opposti, kantiani e nicciani. Questo non facile e non breve
passaggio porta alla proposta, relativa alla domanda conclusiva dell’incontro precedente, di
considerazione di una serie di ricodifiche di variabile. In estrema sintesi, pagando, per la brevità, un
caro prezzo: da “politico come amministrazione” a “politico come amico-nemico” (via Schmitt); da
“politico come amico-nemico” a “comunità” (via Nancy-Blanchot-Agamben); da “comunità” a
“politiche dell’amicizia” (via Derrida); da “politiche dell’amicizia” a “muta” (via Canetti); da “muta” a
“corpo politico” (via Rousseau). Vengono infine individuate sette possibili dirrettrici di un corpo
politico(sostentamento-vivere, ambizione-osare, conoscenza-sapere, sovranità-volere, lottadistruggere,
opera-fare, godimento-godere), sulle quali si infiamma la discussione: ne sono state
dimenticate almeno tre altrettanto fondamentali, ci si chiede perché. Si riaggiorna quindi la seduta.

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